sabato 4 aprile 2015

Pūjā

Arriva il giorno tanto atteso da tutti. Il sole non è troppo forte, si sta bene. Mi chiedono di fare tante foto e mi metto subito al lavoro, sparo scatti senza pensare che saranno tanto utili in questo racconto.
Mi incuriosisce il posto auto che è stato trasformato in cucina, vedo poco perchè è stato circondato da protezioni non trasparenti, dentro c'è movimento, tanti uomini e tutti vestiti con il Dothi, tipico "gonnellino maschile", praticamente più nudi che vestiti.
Con l'arrivo delle mie nuove amiche, sono state invitate anche se hano lasciato il centro qualche giorno prima, mi faccio coraggio e mi avvicino alla fumosa cucina.
In seguito scopro che i "cuochi" sono gli stessi preti che faranno la funzione religiosa. In India durante questo tipo di festeggiamenti è molto importante che il cibo sia preparato da Bramini, gente della casta più alta, che si dedicano a preghiere, riti e funzioni ma sopratutto tengono il corpo e lo spirito molto puliti...in tutti i sensi.
Fa morir dal ridere vedere che anche loro parlano al celullare mentre cucinano, questo mi dice che in certe cose siamo tutti simili, bramini o no! La mente umana di fronte a certe tentazioni non fa distinzione di casta.
E mentre loro cucinano i primi invitati arrivano in pullman, sono fortunata a trovarmi al momento giusto all'ingresso della clinica, nessuno mi aveva avertita del loro arrivo. Scendono tutti sorridenti e chiaccheroni molto curiosi per scoprire come si è "sistemata" la famiglia dei giovani dottori.
Mi sorprendono i sari, sono molto belli, perfetti e con delle "blouse", meravigliose. La mia (come mi aspettavo) è venuta poco bene, mi starà malissimo ma non potrò farci nulla tranne sperare che le ragazze addette a vestirmi me la sistemino in qualche modo.
Sono così eleganti le donne che l'età si sfuma tra tutti questi colori e i fruscii della seta. Como mi piaciono! Avrò modo di stare con loro durante i festeggiamenti e scoprire la loro semplicità e simpatia, le ho chiamate le "Bollywood Stars" e si ammazzavano dal ridere, tutte compiaciute.
In giro per la città, nei supermercati, le commesse di un certo livello hanno tutte questo meraviglioso abito che da quest'aria di eleganza principesca. Immagino che guidare vestita col sari  non debba essere il massimo, perciò penso che da noi sarà difficile indossarlo. In India le donne guidano, ma in genere sono donne giovani vestite con il kurta o il jeans anche. Non ho visto donne anziane al volante.

Passa il tempo e ad un certo punto arriva l'ora dell'aperitivo, tutti nel cortile colorato e decorato per l'evento, in piedi e scalzi (in India nel luogo dove ci sarano i riti religiosi le scarpe vengono rigorosamente lasciate all'ingresso) a prendere queste piccole palline molto saporite e buonissime. Si parla, si ride a piccoli gruppi e, se non fosse per gli abiti delle donne e il cibo, può passare per un inizio di festa come dalle nostre parti. Non si serve alcun tipo di bevanda alcoolica, pare che non piace proprio cambiare le vecchie tradizioni e non do loro torto, dalle mie parti ho visto come l'alccol può rovinare le feste e non solo, anche vite e famiglie intere.

 Parlando con loro si respira il loro orgoglio nazionale, ci tengono proprio a farlo presente, amano essere indù e amano la loro terra!


In casa comincia il fervore, i "cuochi" abandonano le pentole e si dedicano a costruire il rogo per il fuoco, disegnare i mandala e preparare tutte le erbe medicinale che verrano bruciate dentro casa...si avete capito bene, proprio dentro. Guardo tutti i preparativi con un certo stupore e mi chiedo se noi facessimo una cosa simile a quanto salirebbe la multa da pagare! Spiego a loro che da noi ne anche in giardino puoi accendere un fuoco senza l'arrivo della polizia  che ti fa un consistente verbale, rimangono alquanto sgomenti perchè per loro è impensabile perdere certe libertà.
 
I mandala della salute prendono colore e forma, sono stupendi. Non è la prima volta che assisto alla "costruzione" di questi bellissimi disegni pieni di significato e magia. Il primo l'ho visto fare a Marzabotto-Bologna in una casa dove c'erano ospitati alcuni monaci tibetani, quattro monaci hanno lavorato per una settimana per finire un bellissimo mandala della salute. Non facevano altro che pregare e disegnare, anche quella è stata un'esperienza molto bella.
Ammiro ancora la facilità che ha questo popolo nell'ingeniarsi, tutto in modo veloce, semplice e senza sentire alcun disagio tra di loro. Il dottore mi ha spiegato che le caste sono nate proprio per un bisogno di ordine nella società, tutti devono sapere a cosa si dedicano  e a che settore lavorativo fanno riferimento. Oggi anche da loro, piano piano, le cose stanno cambiando. Le caste possono cambiare tipo di lavoro ma mai il cognome che identifica la casta di appartenenza, o per lo meno questo è quello che mi hanno spiegato nel primo viaggio fatto in Rajastan.
Decido di seguire i riti regligiosi mentre il fumo non è ancora potente, prevedo che sarò tra i primi a scappare fuori all'aria.


Ad un certo momento siamo usicti tutti in cortile, i preti sono rimasti dentro continuando i canti e le preghiere e aumentare il fuoco, per festeggiare la madre sacra - la Mucca. Devo dire che l'animale era un pò infastidito dalla presenza di tanta gente e da tutte quelle attenzioni, ma si vede che per loro questo animale sacro deve essere presente sempre.

Offerte di tutti i tipi, cibo, vestiti  e anche soldi vengono donnati davante a lei che rappresenta la madre delle madri. Bellissimi gesti pieni di amore e tenerrezza che va oltre la presenza stessa.
Poi abbiamo fatto tutti il giro intorno a lei, non ho capito bene perchè ma penso che era come un segno di rispetto e saluto.
Sono venuta a sapere che il suo latte era quello che vedevo arrivare con la bellissima signora del vestito rosso tutti i giorni mattino e sera.


La serata è andata avanti ritornando in casa per assistere alla definizione dei mandala ed i canti dei preti. La gente era divisa in gruppi, chi partecipava con la massima attenzione ai riti, chi chiaccherava in gruppo, chi era rimasto fuori, insomma sembravano tante piccole feste dentro una grande funzione.
A un certo punto di massimo fumo e stanchezza mia personale mi sono rintanata nella mia stanza senza aspettare la cena, che sarebbe stata a disposizione per tutti nel grande cortile della casa. Mi aspettava ancora un giorno di festeggiamenti e sentivo il bisogno di evadere nel mio piccolo mondo di silenzio.








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