martedì 15 novembre 2016

Dott. Arya

E' scomparso da poco Dott. Arya, come lo chiamavamo tutti, nome completo Arya Bhushan Bhardwaj. Sento di dover dedicare le righe sotto a questo grande uomo che ha lottato per la verità e l'ha sempre divulgata ovunque è andato. Grazie di cuore Dott. Arya.
Dott Arya

E' stato lui per primo a parlarmi dell'Ayurveda, mi ricordo ancora il giorno con chiarezza ed emozione: ero tra i corsisiti dell'AIMA a Milano nel 2007, fine settembre, e lui era arrivato dall'India per l'apertura del primo anno del corso "Ayurveda Pinciples & Massage".
Ricordo il suo discorso, ma soprattutto ricordo quest'uomo seduto per più di due ore sui talloni, senza cambiare postura mentre noi, allievi torturati dal fastidio, sembravamo bagnanti in spiaggia anziché corsisti, seduti male e a tratti sdraiati. Ha parlato della filosofia Ayurveda, dell'India, di Ghandi e tutto mi è entrato dritto nel cuore. Era talmente forte la sua parola, anche se detta in tono basso, che era impossibile non rimanere colpiti.
Poi l'ho rivisto per una lettura del polso e lì ho capito che nella sua semplicità sapeva più lui di me di quanto non ricordassi io stessa. Mi ero persa nel sopravvivere, poi nel lavoro, poi nel guadagno, poi nella vita tipica di chi non ha avuto e quando ha si riempie di cose a volte anche inutili, sprecando tempo ed energie assai preziose. Correvo sempre, mangiavo di fretta e tante volte male, perdevo le staffe facilmente, mi sentivo sempre giudicata e sotto pressione, insomma un bell'essere vivente a caso.
E lui con tre parole mi ha fatto capire che ero distante da me stessa, che dormivo male per correre troppo, che dal punto di vista della salute stavo bene solo che le cattive abitudini mi stavano portando via la serenità. E quando dico cattive abitudini non parlo di fumo, avevo smesso di fumare nel 2001, né di bere perché non ho mai retto più di tanto l'alcol, soltanto troppi pensieri e a volte non adeguati, cibo non idoneo alla mia costituzione, vita frenetica tra lavoro e casa, insomma un bel cocktail esplosivo direi. Quello è stato il primo approccio che ha cominciato a cambiare il mio modo di vedere la vita.
Poi ci siamo ritrovati in India, a Jaipur, nel 2013. Nel frattempo io ero cresciuta, ma ero lontana ancora dalla serenità che tanto mi mancava. Non riuscivo ancora a fermare la mente, le attività né a smettere di correre dietro alle faccende. La mia natura Vata-Pitta mi trascinava nella corrente più di quanto io potessi nuotare. Durante quei dieci giorni di insegnamenti suoi e sotto lo stesso tetto nella guest house ho capito che la battaglia con me stessa era ancora aperta. Ringrazio il cielo di averlo conosciuto, di aver letto i suoi libri e di essere stata in India vicino a lui mentre ci spiegava la filosofia dell'UNO.
Dott Arya
Adesso, dopo un secondo viaggio fatto nel 2015 - di cui parlo in questo blog - nel quale mi sono sottoposta alla cura disintossicante del Panchakarma, vari percorsi formativi e una malattia cronica (Ipotiroidismo di Hashimoto) ho assimilato in ogni mia cellula il vero significato della vita. Rimane ancora strada da percorrere, ma la meta la conosco, l'ho intravista e so che grazie al Dott. Arya e tutti gli altri che mi hanno aperto cuore e mente arriverò a vivere l'Ayurveda nella sua totale filosofia. Che la sua anima sia in pace.

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