lunedì 23 marzo 2015

Limone

Comincio questa sezione del mio blog con l'amatissimo limone! Amo questa pianta più di ogni altra, ed il mio rammarico è di non avere un  posto soleggiato e abbastanza riparato dove poter coltivare in questa zona fredda un paio di piante.  Il limone è uno dei cibi più benefici, ricco di acido citrico e vitamina C, è di grande aiuto per l'apparato digerente.

Un antico racconto per iniziare:
un vecchio medico avvicina uno studente in medicina dicendogli che, a causa della sue età avanzata, avrebbe avuto bisogno di un assitente per lasciarli in affidamento i suoi pazienti una volta ritirato. Il giovane entusiasta dell'offerta accetta subito promettendo di raggiungere il vecchio dottore subito dopo la laurea. Ottenute le sue credenziali, il nuovo dottore carica su un carro le sue poche cose e parte verso la nuova vita. Mentre il vecchio bufalo avanza lentamente sulla strada di campagna, il giovane dottore passa le ore fantasticando sul favoloso futuro che lo sta aspettando: una brillante professione, buoni guadagni e presto una famiglia casa e reputazione. Qualcosa però, che intravede con la coda dell'occhio, lo strappa alle sue felici fantasticherie; una macchia di un verde brillante, vedo giusto si chiede? Si, è prorpio così. Oh no! grida ad alta voce. " Sono circondato di boschetti di limoni, questo significa che il villaggio è un centro di produzione di limoni, e qualsiasi stupido sa che dove la gente consuma limoni non si ammala mai".
La sua ansietà cresce ad ogni chilometro mentre si addentra nelle folte macchie di questi meraviglosi alberi carichi di frutti gialli che sprigionano un'inebriante profumo.
Quando arriva nel villaggio la rabbia gli tiene strette le mascelle e gli fa tremare tutti i nervi, anzi una volta davanti al vecchio medico si dimentica di essere cortese e rispettoso.
"cosa vuol dire tutto questo?" chiede al vecchio dottore mentre scende dal carro.
Il vecchio seduto tranquillamente all'ombra di un albero di limone lo fissa stupefatto e chiede " a cosa ti riferisci?"
"perchè mi hai fatto arrivare qui? cosa ci faccio in questo posto? questo villaggio è tutto circondato da alberi di limoni, a cosa serve qua un dottore?"
Poi si ferma davanti all'espressione perplessa del vecchio dottore.
"non mi capisci? le vecchie scritture insegnano che le persone che mangiano limoni non si ammalano mai."
gli occhi del vecchio dottore si illuminano di comprensione e mentre fissa il giovane dottore dice "non ti preocupare, va tutto bene".
"tutto bene?" chiede il giovane a sua volta perplesso anche lui.
" ricordi quello che dicono le scritture sul fatto di mangiare i semi di limone?" chiede il vecchio dottore con un sorriso biricchino sulle labra.
Per un secondo il ragazzo riflette dimenticando la sua collera.
"si, gli Shastra raccomandano di non mangiarli"
"allora vedi c'è posto anche per te perchè qua la gente i semi li mangia...

*** i semi del limone sono notariamente amari e irritano i tessuti delicati dell'apparato digerente!

Laboratorio Ayurveda
 ecco alcune applicazioni del limone

1. Dopo le attività di sintonizzazione del mattino; yoga, esercizio di respirazione, doccia,  pulizia della lingua, etc. bere il succo di un limone senza semi in un bicchiere di acqua tiepida aggiungendo del miele se lo trovate troppo acido. Questa pratica aiuta il nostro intestino ad eliminare più facilmente e allo stesso tempo disintossica tutto il tratto digestivo. Può diventare una pratica giornaliera.

2. Per disturbi di stomaco o indigestione, bere il succo di mezzo limone con un cucchiaino da caffe raso di bicarbonato e un cucchiaio di succo fresco di zenzero in cui aggiungere acqua, preferibilmente  frizzante, per rimepire il bicchiere. Agisce subito....

3. Per la nausea di ogni tipo tagliate un limone a metà e scaldate le due metà con la superficie aperta su una padella rovente finche il succo nel frutto comincia a bollire. Spruzzare sale su una metà, zucchero sull'altra e succhiatele entrambe.

4. Per la diarrea. Scaldate il succo di un limone fino a farlo diventare tiepido, aggiungere il succo di un altro limone appena spremuto e un pizzico di pepe nero, bere subito.

5. Per gastrite pesante si riempie una brocca di vetro con limoni freschi interi che sono stati lavati con acqua calda e asciugati. Si coprono completamente i limoni con sale cristallino (salgemma) si chiude bene e si lascia alla luce diretta del sole per quaranta giorni, mescolando ogni tanto con un cucchiaio di legno pulito e perfettamente asciutto. Trascorsi i quaranta giorni si tolgono i limoni dalla brocca si lavano e si mettono in un vaso pulito coperti di miele (conservante naturale). Consumare un quarto di limone quattro volte al giorno fino al miglioramento.

Laboratorio Ayurveda
6. Pulizia del viso , personalmente una volta alla settimana uso succo di limone sul dischetto di cotone per pulire tutto il viso, tranne la zona degli occhi. Per la cute grassa o con impurità si può usare anche due/tre volte la settimana, dopo risciacquare il viso con acqua fredda o tiepida, mai calda.

7. Maschera nutriente per viso, l'ho sempre usata e mi sono trovata molto bene. Miscelate bene i seguenti ingredienti;
- un giallo di uovo, meglio se bio
- un cucchiaino di miele
- qualche goccia di succo fresco di limone
Applicare sul viso pulito e lasciare cca 20 minuti poi sciacquare con aqua fredda o tiepida.

Se sapete di qualche altro rimedio e volete condividerlo con noi vi ringrazio in anticipo!

domenica 22 marzo 2015

Evento

 Dottoressa Nayana Rao  a Varese a luglio 2015
Laboratorio Ayurveda

Per gli operatori ayurveda sarà un unica occazione partecipare al corso di lettura polso che sarà tenuto in due puntate sabato 25 e domenica 26 luglio a Varese, sede da definire.

le date sono definitive

Per informazioni 
asdlaboratorioayurveda@gmail.com
tel 3387298538

Dovuto all'eccessivo caldo del mese di luglio l'evento è stato cancellato. Sinceramente non avevo le forze per organizzare incontri a 35° e ho spostato tutti i corsi a settembre/ottobre. Purtroppo la dottoressa per quelle date non ci sarà in Italia.

sabato 21 marzo 2015

Corso cucina ayurvedica a Varese

Laboratorio Ayurveda
A chi interessa imparare usare le spezie in base alle loro qualità terapeutiche e un modo di cucinare facile, rapido e sano si organizzano corsi di gruppo, anche a domicilio, o individuali.

 
programma del corso;
lezione teorica  per conoscere alcune spezie di base della cucina ayurveda
dimostrazione pratica per imparare a fare:
- ghee-burro chiarificato
- pasta di dateri per dolcificare
- riso basmati al pomodoro e basilico
- quinoa con le verdure
- chai, bevanda tipica indiana
- dolce alle carote, cardamomo e frutti secchi...

..e tante altre ricette buone, veloci, facili e sopratutto nutrienti.







  








venerdì 20 marzo 2015

I preparativi per la festa

Comincia il fervore, la calma respirata fino ad ora nel centro piano piano svanisce.
Laboratorio Ayurveda
Arrivano i primi ospiti, familiari arrivati da molto lontano per assistere al Puja che si celebrerà tra qualche giorno. Nel centro sono da sola, gli ultimi pazienti sono partiti ieri pomeriggio, una donna con la sua figlia. Mi hanno fatto compagnia durante la settimana centrale del trattamento. Gauri e Saumya, così diverse dal mio modo di essere eppure con loro era così facile andare d'accordo. La madre, Gauri, non avrei mai detto che non era occidentale dovuto ai tratti somatici caucasici. Invece scopro ch'è originaria di New Dehli e vive a Chennai, dall'altra parte dell'India, rispetto a dove noi siamo.
Sono molto aperte e leghiamo subito anche perché in mezzo c'è la deliziosa figlia Saumya alla quale non si può non voler bene. Dolce, sveglia e furbetta. 
Scambio di idee, opinioni e tisane fanno sempre parte di un bell'inizio che porterà a sentirci molto più vicine durante i prossimi giorni. 
Capisco che la famiglia sarà presa dai preparativi e lascio spazio provando di guadagnare un pò di indipendenza. 
Il Puja che darà la famiglia è per inaugurare il centro e sarà una opportunità per me l'assisterci. Mi dicono che saranno due giorni di festeggiamenti con ceremonia religiosa e riti di bruciare le piante medicinali per il bene della professione medica dei miei ospiti.
Anche durante le mie terapie sento l'entusiasmo del personale, il quale mi chiede chi è arrivato e chi manca degli invitati, non ne ho idea ma muovo la testa a mo' di bambola per dire qualcosa. Della loro lingua non riesco a capire neanche una parola, suoni lontani che non vogliono diventare familiari alle mie orecchie. E con tutto questo non mi sento per niente persa. A volte mi sembra di essere proprio a casa, che strano è tutto.
Laboratorio Ayurveda
La pesante settimana centrale di panchakarma è finita con la purga di erbe e acqua calda, non so cos'è stato peggio; "timbrare" ogni tanto nella stanza da bagno o ricordarsi, per due ore, di bere un bicchiere di acqua calda ogni 10 minuti. Ma va tutto bene, non prendere più la pozione druida mi fa ballare di gioia, non ne potevo più...
Mi sento leggerissima, anche perché con tutti quei trattamenti, bagni di vapore e cibo leggero sono rimasta tipo grissino di trattoria del nord...
Manca qualche giorno e non ho ancora la blusa del mio sari. Mi prende le misure una ragazza piccolissima mentre io prego che la blusa possa essere indodossata, dopo la mia esperienza con i sarti di Jaipur non ho molta fiducia nel risultato. Una volta prese le misure mi levo il pensiero, anche perché a cosa serve!?

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Le stoffe in India sono meravigliosamente belle ma in questa zona ancora di più. Avrò modo durante i due giorni di festeggiamenti di ammirare dei bellissimi sari.

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Con un pezzo di stoffa di due metri riescono ad avvolgerti intorno al corpo uno stupendo abito da principessa.

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Intanto che l'attenzione su di me passa in secondo piano aproffito per chiamare un tuk tuk, tipico ape car transformato in taxi, e vado in giro. Gauri mi aspetta in città e mi fa da guida insieme a sua figlia. Comincia a fare caldo e loro sono gentilissime nell' aspettarmi con un bicchiere di succo di frutta fresca. 
Udupi è meravigliosa. Continuo a pensare a questo posto che mi ha rubato il cuore e la voglia di tornare è grande.
Laboratorio Ayurveda
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Un giorno andiamo a Malpe, stupenda spiaggia a soli 30 minuti dalla clinica. Sono stata avvisata che se voglio fare il bagno deve essere per forza vestita... Perdo la voglia! Per noi è impensabile vivere la spiaggia come la vivono gli indù.
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Gli uomini fanno il bagno liberamente, noi donne no. Nessuno prende il sole, non ne hanno bisogno a quanto pare, la spiaggia è posto di divertimento e passeggio e incontri sociali. Ho visto anche gente andanre in bicicletta sul bagnasciuga ...la loro immaginazione e libertà di movimento mi da un pò di invidia.
Mi rendo conto che da noi sono più le proibizioni che le cose che possiamo fare . E' vero, viviamo in un mondo ordinato e pulito ma il prezzo da pagare non è indiferente, una lunga serie di divieti regola la nostra vita, divieti che rendono il popolo alquanto frustrato, almeno per anime ribeli come la mia.
Se vuoi una spiaggia similie alle nostre, con sdraio e posizione lucertola devi andare a Goa, 5 ore in treno, e trovi la spiaggia più turistica dell'India. Li si che puoi prendere il sole senza tirare in piedi una guerra civile tra i maschi!!!
Adesso ricordo che, appena arrivata, sono stata avvisata di fare attenzione a come mi sarei vestita anche dentro la stanza perché gli indiani hanno l'abitudine di guardare dentro se trovano la finestra aperta. In effetti sento che l'intimità in India è capita diversamente da come noi la viviamo. Dimentico l'avertimento e in una giornata di caldo sono sdraiata sul letto senza molta stoffa adosso, in teoria nessuno doveva guardare dalla finestra, in pratica arriva subito la persona che mi avvisa  che non sono a posto per lasciare la finestra aperta, potrebbero guardarti...mi scuso, chiudo e penso! .. chi se ne frega? Ma cosa hanno tanto da vedere? Un paio di gambe... A me non da fastidio ma a loro pare di si! Come siamo diversi...
Per la stessa ragione le donne devono fare il bagno vestite perché altrimenti gli uomini guardano. Ma voi direte che anche da noi guardano, è vero ma in un altro modo! Li se fermerebbe tutto e cinquecento indiani farebbero la fila davanti a te... Io mi immagino la scena e mi ammazzo dal ridere!! E un paese senza educazione sessuale e molto tradizionalista, sposano ancora la persona scelta dalle famiglie e le donne senza un marito non hanno una vita facile. La società non è disponibile ad accettarle e fanno fatica ad avere un lavoro o una casa in affito. Per noi da incubo! Se una donna va a iscrivere il suo bambino o bambina a scuola serve che sia presente anche il marito altrimenti non viene ammesso, quasi quasi sono contenta che da noi non puoi andare in bicicletta sulla spiaggia...
Tutte queste cose me le raccontano in modo indiretto, cioè non devi essere molto diretto nel fare domande, meglio scoprire le cose piano piano perchè sono orgogliosissimi della loro società e della loro cultura, almeno davanti a noi stranieri.
Loro non amano il nostro modo irruento di essere e di fare anche se, a quanto vedo, anche loro stanno cambiando e nelle grandi città tutto il mondo corre ...la corsa per una vita migliore è molto stretta, sono in tanti, si preparano con studi ad alto livello, vogliono anche loro il cellulare ultimo modello e la macchina bella o soltanto mantenere la famiglia.
Non tutti hanno la possibilità di studiare perciò chi può farlo non spreca il tempo, si preparano tanto perchè la meritrocrazia premia il migliore. Un bravo dipendente ogni tre quattro mese riceve un premio o un regalo ma stiamo parlando di gente molto qualificata, i lavori umili sono ancora lontani da queste regole.
In India il sistema pensionistico non copre come da noi, perciò la gente anziana deve essere sostenuta dai figli per poter tirare avanti, in questo senso i nuclei famigliari rimangono molto uniti e condividono le spese dei genitori.
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Onorare e curare i genitori fa parte del dovere della loro cultura e chi non lo fa viene visto molto male dall'intera società, e lì la società non perdona. Questo fa molto onore a loro, vedo molto rispetto per la gente anziana e gli anziani sono sereni, sorridono e sono in pace col mondo in mezzo alle loro famiglie.
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Tornando dalle mie passeggiate in città rimango meravigliata dalle decorazioni che in un batter d'occhio sono state
sistemate in tutta la struttura.
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Colori vivi che riempono l'anima di gioia. Comincio a sentire anche io l'agitazione per l'evento di domani. Tutti gli ospiti sono arrivati, chiaccheroni e sereni passano il tempo a ridere e riposare. Mi spiace non capire le loro parole perché sento che si divertono tanto tra di loro. Anche se sono in tanti non sono per niente chiasossi, ridono e parlano in un modo sereno dando spazio a turno a ognuno di loro. Ricordo le rimpatriate da piccola, in famiglia con tutti i cugini e zii e mi rendo conto quanto eravamo vivaci tutti quanti, fin troppo direi...a volte la festa lasciava anche qualche malinteso tra i grandi e qualche zuffa tra i piccoli perché, lo penso adesso,  tutti venivano accompagnati dal signor IO...
Nei due viaggi che ho fatto fino ad ora in India non ho sentito alcuna rissa, tranne un ragazzo ubriaco in un supermercato che aveva da dire un pò a tutti. Mi raccontano che sta prendendo, tra la classe bassa, la moda di andare al bar dove consumano super alcoolici anche se tutti i bar si chiamano "Wines" e non è ben visto frequentare questi posti. L'alcool non fa parte della loro cultura e non si trova nei supermercati come da noi, non viene servito in nessuna funzione o festa, neanche nei matrimoni.  La cosa divertente l'ho vista sul aereo, alle 10 del mattino alcuni uomini consumavano già del whisky, per noi impensabile a quell'ora, perchè li su è gratis invece a terra costa veramente tanto. Uguale con il menù in volo, tutti intorno a me chiedevano il pollo e io pensavo ma sono indù dovrebbereo essere vegetariani !! invece scopro che il pollo a terra costa tanto e cosi quando viaggiano approfitano l'occasione e per questo i panini al pollo finiscono per primi. Io invece mi sono beccata un panino vegetale ai grani di mais.
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Tornando ala nostra festa, ho capito a cosa servono le polveri colorate che avevo visto nei negozi di Udupi. Appena svegli una ospite comincia disegnare a mano libera tutto il cortile dove saranno i festeggiamenti. Rimango impressionata dalla precisione con cui disegna e le proporzioni giuste del risultato mi dimostrano che lo fa molto spesso. Una volta più ammiro il loro modo di essere, di stare insieme e di rendere tutto così sereno e pieno di gioia e vita.

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cominciamo da qui...

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Ciao, ho deciso di provare a costruire una rete attraverso questo blog.
L'argomento è il mondo dell'Ayurveda e tutto il benessere ad esso legato.
Spero di creare insieme un blog interattivo ed interessante.

Il Chai

come si fa un buon chai,
(io scrivo anche ceai come si dice dalle mie parti..)

Il chai non è altro che il tè al latte, molto usato in tutta l'India  si serve dappertutto, nelle famiglie, ristoranti, negozi dove oltre che la trattativa del commercio con una tazza di chai in mano si fa anche conversazione. Sono molto curiosi e ascoltano con piacere i racconti che noi possiamo portare a loro su qualsiasi cosa, che sia la nostra cultura, le usanze, i cibi, matrimoni, figli. Se non siamo abbastanza esaurienti fanno pure le domande a riguardo, a dire amano stare insieme alle persone e scambiare due chiacchere. Perciò rifiutare una tazza di chai può risultare offensivo per loro, se si ha l'intestino debole, meglio stare atttenti dove si prende...
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ecco la ricetta per quatrro persone:
mezzo litro di acqua
mezzo litro di latte (più o meno)
200 gr di  zucchero, in effetti è molto dolce...
50 gr  di tè in foglie

Si mette a bollire tutto quanto insieme; acqua e latte, zucchero e foglie di tè. Mettendo a bollire il tè con il latte mischiato con l'acqua e lo zucchero per una decina di minuti , fuoco basso, il contenuto di teina e l'effetto ecccitante del tè si perde ottenendo un decotto denso scuro e con un gusto forte. S'è troppo scuro o di sapore molto deciso si può allungare con l'acqua. Il chai può essere fatto aggiungendo spezie diminuendo la quantità del tè. In base alla regione e a chi lo fa si usa; pepe nero, cardamomo, chiodi di garofano, zenzero, cannella...personalmente preferisco il gusto semplice con solo un poco di cardamomo e zenzero (i semi di cardamomo ed i pezzetti di zenzero fresco vanno leggermente pestati prima di aggiungerli agli ingredienti elencati sopra e poi bollire tutto insieme). Vi va di provarlo?




IL PROGRAMMA....

Bello perdersi in giro ma sono venuta per uno scopo preciso, corso erboristeria ayurveda e panchakarma. Non so ancora cosa aspettarmi, non mi sono fatta aspettative ma vorrei attingere almeno in parte alcune tematiche che mi interessano.
Intanto mi è stato riservato uno spazio di cca 2 ore di trattamenti ayurvedici, massaggio, bagno di vapore e chi sa ancora cos'altro.
Noi in occidente abbiamo una visione totalmente diversa per questo tipo di trattamenti, comodità, musica, ambiente,  onde di mare che ci portano su e giù, profumi che aprono le vie respiratori e inebriano la mente di piacere ....
Dopo il primo trattamento posso dire che la comodità consta in un tavolo di legno, il famoso droni senza materassino, per coprirti non c'è nulla perchè le manualità impediscono che uno sia coperto durante il trattamento, le musiche sono quelle della natura e del rumore umano che arriva da fuori, non ci sono vetri alla finestre..., le onde di mare sono le mani della terapista che ti sobalzano di qua e di là, i profumi sono forti per niente a noi piecevoli ma quelo lo sapevo conoscendo gli oli ayurvedici.
Dopo due ore dove il tuo corpo balla e scivola nell'olio, la schiena ti dice che il legno del droni non è molto amichevole, il frescolino dell'aria ti fa sentire brividi da su a giù e non aspetti altro che il bagno di vapore.

Dopo i primi tre giorni di ballo sul legno faccio capire alla terapista che la mia schiena non ne può più e miracolosamente,con l'aiuto di qualche cioccolatino svizzero, arriva il materassino! Alleluia

Il programma fatto dalla dottoressa è completo, mi spaventa un pò la reazione del mio corpo alle erbe che dopo tre giorni di preparazione comincio a prendere. 
Tutte le mattine alle 7 una specie di pozione druida amarissima  e untissima da mandare giù 😩 la cosa più spiacevole mai ingerita e sono una che non fa tante smorfie ai saporacci!
Mi spiegano che questa miscela di ghee caldo ed erbe aiuta far convogliare le tossine dal corpo verso l'intestino da dove saranno espulse  attraverso una mega purga alla fine dei sei giorni di erbe, shirodhara e bagni di vapore, più romantico di così non si può...😃. 
L'idea della purga non mi spaventa perchè a me l'effetto che mi fa l'India e totalmente il contrario ...e voi chiederete ma come si fa? Appena metto piedi  fuori dall'Europa il mio intestino va in vacanza anche lui. 
I cibi che mi danno sono molto piccanti a volte, premessa non amo il piccante eccessivo, e con sapori molto diversi dai nostri. Riso in bianco non manca mai, verdure e zuppettine piccanti e niente frutta. Mi manca da morire. Fa caldo di giorno, per noi clima estivo anche se loro dicono ch'è la fine dell'inverno, e con tutti gli alberi di frutta tropicale che vedo si riempie la bocca di  forte desiderio.

Ma come sempre Dio mi ascolta! Arriva una mega papaia dal giardino dei parenti...

Lascio alla vostra immaginazione il sapore dolce e delicato di questo frutto che solo a casa sua è veramente buono.
Dovrò dire addio per un bel pò ad altra frutta, mi spiegano che durante la settimana principale del trattamento, quella con la pozione druida, la frutta non va mangiata! Aiutoooo spero di sopravvivere, per il mio cervello il divieto diventa volere a tutti costi... E così succederà tra qualche giorno. 



Essere vegetariani

La cucina è vegetariana. Non ci sono uova, pesce, carne o qualsiasi altro tipo di cibo di origine animale tranne il latte. I dolci sono praticamente inesistenti, ogni tanto assaggio un  pezzettino minuscolo di dolce alla banana fatto da qualche zia della dottoressa. Il pezzetto che mi danno è così piccolo ch'è come se non lo avessi mangiato.
I dolci sono riservati ai giorni di festa, agli eventi importanti o così via. 
Sapore che abbassa il potere digestivo, agni, non è presente mai nella collazione. Mi sorprende trovare sempre cibo salato o piccante alle otto del mattino. Si fa fatica accettarlo anche se a volte è veramente delizioso. C'è uno in particolare che mi piace moltissimo, gli idli con chutney  di cocco.
Gli idli sono una specie di "pane" di riso con lenticchie nere fermentate e cotti al vapore. Ci vuole tempo per prepararli e sopratutto una potente maccina legumi come loro hanno, altrimenti non risultano molto soffici, e temperature elevate di notte, intorno ai 24/26 gradi, per la fermentazione delle lenticchie e il riso finemente maccinati. Ho provato farli al mio ritorno, con gli attrezzi che noi abbiamo e tenendo la miscela vicina al calorifero. Il risultato è simile ma la  consistenza non quella giusta. 
Ci riproverò in estate se, a Varese quest'anno arriva un bel caldo, magari i miei idli miglioreranno anche loro.
La salsa di cocco viene abbastanza bene anche da noi. Chiaro, se abbiamo gli ingredienti giusti.

Una vaschettina di cocco già pulito
Uno due peperoncini rossi freschi
Yogurt bianco 
Prezzemolo

Per il soffritto di spezie - questo soffrito può diventare base per tanti piatti di verdure.
Semi di senape nera, un cucchiaino
Assafetida , due pizzichi 
Mezzo cucchiaino di garam masala
Un cucchiaino di succo di zenzero fresco
Un cucchiao di ghee o olio

Si tritta finemente il cocco dopo aver rimosso la parte marrone intorno alla polpa bianca, si può usare un buon tritta tutto, insieme al peperoncino piccante.

Il soffrito: nel ghee riscaldato si mettono i semi di mostarda nera fino al loro scoppietamento. Aggiungere l'assafetida e il garam masala e dopo 20/30 secondi ritirare dal fuoco dopo aver mischiato insieme al succo fresco di zenzero. 

Aggiungere il soffritto insieme al cocco tritato, un cucchiaio di yogurt bianco e un poco di prezzolo tagliato finemente e girare con un cucchiaio per omogeneizzare tutto in una salsina di densità spalmabile.

Se non ci sono gli idli si può mangiare con fette di pane biscottato o chapati, piadina indiana come faccio io tante volte.

Vi assicuro ch'è un ottima colazione. 
A me salvava molto la giornata perché a volte il pranzo non era sempre del mio gradimento. Le verdure li cucinano bene, un pò troppo piccanti o pasticciate tra di loro ma tutto sommato buone. Era il piccante che non riuscivo sempre gestire.
Evitare il dolce, sopratutto alla mattina, da una carica in più alla giornata. La spiegazione è semplice, avremo un potere digestivo più forte per tutta la giornata, saremo pieni di energia e meno stanchi.

La famiglia che mi ha ospitata da molta attenzione al cibo. Oltre che il cuoco deve essere una persona spiritualmente e fisicamente pulita , anche i cibi sono leggeri, nutrienti e freschi. Si cucina al momento e non si mangiano gli avanzi durante un altro pasto, che sia in giornata o peggio ancora il giorno dopo. I cibi cucinati con tanto tempo in anticipo creano gas a livelo intestinale, sono difficili da digerire e non sono considerati sani per l'organismo. Provano cucinare sempre le quantità giuste da non avere avanzi, altrimenti ci sono i cani...
Essere vegetariani per loro oltre la questione etica, non violenza verso qualsiasi forma i vita, e perché considerano la carne e il pesce cibo tamasico, privo di energia vitale che serve al nostro organismo perchè sono pieni di tossine.
Ho notato che tante persone anche  in India mangiano pesce, pollo e  uova. Sono comunque cibi molto cari per il popolo e vengono serviti solo nel week end o grandi ocasioni mai nei templi o funzioni di carattere religioso.
Chi veramente osserva nel suo comportamento giornaliero le pratiche e riti religiosi  è rigorosamente vegetariano, solo così i sensi lavorano nel modo non inganevole con il nostro corpo e la nostra mente.
Sento questo anche su di me, durante gli ultimi ani non sono stata una grande consumatrice di carne o pesce e, piano piano,  ho sentito la differenza in tutto il mio essere.
Dopo aver rinunciato complettamente a questi cibi, durante il periodo di panchakarma, ho visto un cambiamento notevole nel mio corpo e mente. Esperienza difficile da condividere perchè ritengo sia molto personale ma vi assicuro che dopo un mese e mezzo che sono rientrata non sento alcun bisogno di provare questi alimenti.

Mi viene in mente la soia, non lo vista ne anche un giorno nella cucina della clinica, mi spiegano che non la considerano un cibo salutare, può dare dei problemi al livello articolare. Se qualcuno sa sull'argomento sarei molto grata sapere di più. 






mercoledì 11 marzo 2015

PRESENTAZIONE VIAGGIO INDIA


Per chi vuole vivere l'esperienza del Panchakarma e visitare i dintorni, Udupi, Manipal e Mangalore, Malpe beach, può chiedere attraverso questo blog informazioni o assistenza in viaggio.
Per gruppi di 5/6 persone acompagno personalmente il gruppo in India.


Prossima partenza agosto 2015 dal 16 al 30. 

asdlaboratorioayurveda@gmail.com






lunedì 9 marzo 2015

Polpettine di cavolo fiore

Il cavolo fiore è una di quelle cose che puoi solo amare o odiare, difficile una via di mezzo.
Nella rapida ricetta sotto può diventare molto piacevole.
Io la faccio dopo che abbiamo mangiato a cena o pranzo  questa verdura cotta e non saprei cosa farne dell'avanzo, improponibile una seconda volta.

Per cca 150/200 gr di cavolo fiore serve
1 uovo, non è obbligatorio
Pan grattato
Una patata lessata o dei ceci o fagiolini già cotti 
Prezzemolo tritato finemente
Sale , pepe, zenzero secco, noce moscata o un dente di aglio gratuggiato.
Schiacciare il cavolfiore insieme alla patata con una forchetta fino ad ottenere un impasto. Aggiungere tutti gli altri ingredienti, per l'ultimo il pane grattato, sarà lui a dare la consistenza finale del'impasto. Se  risulta troppo duro, con un pò di latte, anche vegetale, si può correggere fino alla consistenza giusta.
Aggiungere anche  del grana grattugiato se vi piace.

L'impasto deve risultare morbido facile da modellare con le mani. Passarle prima in un poco di farina o pan gratatto e frigere in padella antiaderente.

Friggere in padella solo per dorare perché gli ingredienti erano già cotti prima., aggiungere aghi di rosmarino nell'olio caldo per evitare l'ossidazione.

Sono ottimi per accompagnare il piatto di quinoa e catalogna! Anche da aggiunge al sugo di pomodoro, alla fine cottura, se si fanno a palline, per un bel piatto di pasta.
Direi un rapido modo di eliminare il cavolo fiore avanzato....







Quinoa

Laboratorio Ayurveda
La quinoa è un alimento sano, completo e di facile preparazione. Originario di sud America viene cucinato anche in India.
Spiego un modo veloce di cucinarla che, possa servire di base anche per piatti   più elaborati.
Sendo ricca di proteine vegetali e non contenendo glutine può diventare un alimento da avere sempre in casa. 
Porzione per una persona, le quantità sono indicative, io lavoro molto a occhio per non stressarmi con la bilancia: 

50 gr quinoa bianca
150 gr di catalogna o altra verdura, broccoli, piselli, carote, zucca o un mix di verdure 
Un cipolotto o una cipolla piccola
Un cucchiaio di ghee o di olio
Mezzo cucchiaino di semi di mostarda nera

Laboratorio Ayurveda
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Assafetida , curcuma, una punta di cucchiaio di garam masala o curry, un pezzetto di zenzero fresco, va bene anche quello in polvere.

Cominciare con il sofrito, 
Scaldare il ghee o l'olio e aggiungere i semi di mostarda nera. Quando cominciano scoppiettare aggiungere due pizzichi di assafetida e una punta di coltello di curcuma. Poi il garam masala o il curry e il zenzero fresco pestato dopo averlo tagliato a pezzettini piccoli.

Laboratorio Ayurveda
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Girare mentre aggiungete la cipolla e pocchissima acqua, per dare la possibilità ad amalgamare le spezie con la cipolla.
Laboratorio Ayurveda
A questo punto si può aggiungere anche dei pomodorini,5/6, tagliati a pezzetti. Lasciare per 4/5 min a fuoco basso e poi aggiungere la catalogna tagliata a pezzettini. Aggiungere altro po' di acqua e lasciare andare a fuoco basso.
 In un pentolino far cuocere 50 gr quinoa in 100 ml di acqua come se fosse riso bianco. Se avete messo tropa acqua non succede nulla, scollare prima di aggiungre alla catalogna. Questo seme mano mano va avanti con la cottura si apre, come il riso, e diventa molto buono se rimane crocantino, non troppo cotto.
Aggiungere sale se serve, poca perché le verdure saranno saporite già.
Cucinare fino alla a scomparizione quasi totale dell'acqua.

Un altro modo semplice e facile di cucinarle è fare il soffrito come sopra, aggiungere la quinoa e soffriggere un po' con le spezie, poi bollire aggiungendo 100 ml di acqua cca 10 min  e alla fine aggiungere le verdure cotte previamente, anche al vapore.
Se si opta per questa ricetta meglio stare indietro con l'acqua e aggiungere poca per volta se non si è sicuri. Se non amate le spezie usate meno sapori e invece di acqua va benissimo del brodo.
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In India cucinare senza spezie non esiste, le spezie hanno un valore terapeutico oltre al sapore e così, il cibo può diventare anche ayurvedico se si usano con la cognizione giusta delle loro proprietà. Ma  questo tema  lo lasciamo riservato ad un altro post. 

Per il soffrito va bene anche quello del chutney di cocco che ho postato nei giorni scorsi.

Aggiungere alla fine un cucchiaino di semi di sesamo, o cocco fresco grattugiato, da un toco esotico alla ricetta, se non avete optato per i pomodori chiaramente.
Questo piatto può essere un ottimo primo piatto per cena o contorno.
In India amano cucinare tre quattro cose diverse e mangiare un po' di tutto nello stesso pasto. 
Da noi diventa più difficile per il tempo che uno ha a disposizione, anche per la quantità di ingredienti da cucinare, loro vivono in famiglie estese e tutto  diventa  più semplice da gestire, anche se a noi può sembrare difficoltoso cucinare sempre per 4/6  o più persone.
La quinoa non apesantisce la digestione e va bene sempre, inverno o estate. Io lo scoperta con la cucina ayurvedica e sinceramente la trovo un'ottima alternativa alla pasta o il riso. Amo variare i cibi!

mercoledì 4 marzo 2015

Il panchakarma

Passano i giorni, il mio corpo comincia sentire la stanchezza dei trattamenti a cui viene sottoposto. Il bagno di vapore finale sento che mi prosciuga le forze. Sono al terzo giorno di shirodhara, faccio fatica a stare ferma sul lettino, mi sento a disagio, il nervoso che mi accompagna durante il trattamento non è comprensibile. Ho anche freddo, le temperature sono calate all'improvviso. Di notte serve la trapunta, vedo i miei ospiti imbacuccati con cappellino e calze, le cucce dei cani vengono protette da panelli durante la notte, le lezioni di yoga al mattino nel cortile vengono sospese. Mi riferiscono che non sono abituati a queste temperature, saranno 12/14 gradi al mattino, soffrono tutti. Di giorno arriviamo ai 20/22 gradi se non anche di più.
Per me si sta benissimo tranne sul tavolo di massaggio dove oltre il fastidio dell'olio che mi cola in testa anche il freddo non aiuta. Ma sotto c'è dell'altro che devo ancora capire.
Al pomeriggio ho le lezioni di erboristeria ayurveda, settimana molto dura tra trattamenti, erbe amare al mattino e corso da seguire in pomeriggio. Tutto si svolge in inglese, la mia mente va lenta, capisco  ma sono in difficoltà quando devo parlare. Il professore è bravissimo, mi piace ascoltarlo, ogni tanto mi parla con gli occhi chiusi e viso sorridente perso nel tema che stiamo abbordando.
Oggi in particolare lezione pratica, ottenere in forma tradizionale l'olio ayurvedico. Prepariamo la pasta con la polvere di liquirizia, la misceliamo con l'olio di sesamo e acqua, proporzioni rigorose da rispettare, e rimango fino alla sera tardi ad alimentare il fuoco a legna e girare tutto per evitare di bruciare l'olio quando l'acqua è evaporata completamente. Sono terrorizzata di non riuscire nella faccenda perciò quasi non mi stacco dal mio pentolone. Il caldo del fuoco aumenta la stanchezza che mi porto dietro da un po' di giorni. 

Sono le sei del pomeriggio, i contadini e le mucche tornano dai campi passando davanti dalla finestra della mia piccola stanza di lavoro. Guardo col cuore oltre che con gli occhi e mi vedo catapultata nel passato, l'infanzia a casa dei nonni. La stessa atmosfera calda, immobile e rassicurante. Arriva sera, il mio olio è ancora lontano dall'essere pronto, voglio dormire ma non mollo! Non posso, devo curarlo. Quanta fatica per ottenere un litro d'olio, sarà medicato anche dal mio impegno oltre che la liquirizia che abbiamo messo dentro. 😂  Doctor  Sri, il mio professore, decide di finire il giorno dopo, manca poco ma meglio non rischiare di bruciarlo, mi spiega che in un attimo può essere rovinato 😱  e con la poca luce che abbiamo a disposizione meglio non rischiare.
Le ricette antiche  possono richiedere preparazioni lunghissime di 2/4 giorni per ottenere questo tipo d'olio ayurvedico. Dipende della base che si usa, acqua, latte o urina di mucca. Rimango sbalordita quando sento dall'urina, vabbe che qua la mucca vale come una divinità ma non immaginavo quest'uso!
Ma poi mi viene in mente il libro "Un altro giro di giostra" di Terzani e nella sua ricerca della cura per la malatia di cui era afflitto, in India s'imbatte in posti dove ancora oggi, ogni giorno meno anche qua, alcune medicine ayurvediche vengono fatte oltre che con le erbe anche con l'urina di mucca... Il Dr Sri conferma. Mi chiedo se sarei capace di prenderle? Ne anche Terzani lo fu,  ma più per il modo in cui venivano preparate che per la loro composizione 😜 . E poi....per un attimo ho avuto un colpo al cuore, lui che tanto ha amato questa terra e ci ha lasciato preziosi racconti di vita in qualche modo si fa presente,  non so chi è il visitatore che mi ricorda tanto il grande Terzani ma non può passare inosservato. Non riesco non scattare la foto, quasi vergognandomi della fretta con cui maneggio la fotocamera per non perdere l'occasione. I giorni che succedono ho poco appetito e cala la voglia di chiacchiera, mi rintano abbastanza nella mia stanza a pensare o a mettere in ordine gli appunti delle lezioni che cominciano ad essere tanti. Sento pace e serenità, il nervosismo è scomparso. Continuo le mie piccole passeggiate e ogni giorno scopro posti più belli intorno.


La vita qua è semplice, un ritiro che non ha prezzo. Apprezzo qualsiasi cosa che vivo e vedo, provo a capire e annalizzare tutte le emozioni che fioriscono o semplicemente mi lascio andare.
Vado per i campi chiedendo a Dio di tenere lontani i serpenti, ci sono ma non nei campi mi dicono. La presenza dei piccoli templi a loro dedicati mi fanno stare sempre un pò in allerta. Non sono animali di mio gradimento, anzi mi fanno paura, molta paura. La dottoressa mi dice che ogni tanto uno di questi rettili si vede vicino alla proprietà ma ch'è un amico e di  non spaventarmi. Sarà pure amico ma meglio se sta lontanto mentre sono qua.
Non ci sono scimie e questo mi da molta liberta di movimento, un altro animale tipico dell'India che non amo particolarmente. In generale la natura tropicale che avvolge i campi non presenta essseri viventi a noi fastidiosi, tutto tranquillo per credere che sia possibile trovare un paradiso oltre che un' isola di pace.La cura lavora, sento la differenza ogni giorno che passa e anche se sono a metà mi rendo conto he il corpo agisce in fretta e la mente rallenta. Si diventa più ricettivi, chiari e sereni, la vista cambia notevolmente, riesco scrivere senza occhiali. Mi pare incredibile e lo racconto ai dottori, ridono e lo prendono come un normale risultato della cura, per me invece è molto di più.
Adesso capisco perché l'invito a scollegare dal mondo che mi fanno all'inizio del percorso ha un senso. Sarebbe ideale non usare per niente internet ma diventa troppo per la prima volta, almeno per me. Durante la settimana centrale della cura non accedo a Facebook limitando il mio contatto con la rete solo per rassicurare il marito che tutto va bene. All'inizio faccio fatica, l'idea di non sapere se tutto va bene a casa mi preocupa.
Un giorno Davide, mio marito, non si fa vivo alla solita ora, mobilizzo un
esercito per scoprire che si stava coccolando nelle braccia di Morfeo, visto che le mie erano un pò lontane. Eugenio cui ho tritato la mattinata con richieste SOS per la faccenda starà ancora bestemmiandomi dietro, grazie Eu e perdona. Pretendere di avere sempre il controllo attraverso i mezzi di comunicazione rende le persone impazienti ed ansiose. Anche qua appena possono sono con il cellulare in mano ma ne fano ancora pocchisimo uso comparato con noi occidentali. Fanno sorridere perche quando parlano avvicinano il cellulare alla boca e quando ascoltano lo tengono all'orecchio,
sarà perchè non parlano tutti insieme come succede spesso a noi! Mi piego in due da sola dalle risate immaginando noi facendo altretanto. Il mondo cambia in fretta e sicuramente tra qualche anno tornando qua vedrò loro un po' più vicini a come noi viviamo adesso, con lo stesso bisogno di sapere e volere. Magari la loro forte tradizione li aiuterà a non smarrire la strada ma questo solo Dio lo sa.





martedì 3 marzo 2015

Udupi


Dopo due giorni dall'arrivo mi chiedono se voglio andare nella città più vicina, Udupi. Che domanda, non vedo l'ora di cambiare la tranquillità dei campi con il fervore della città. Una delle ragioni per  cui amo visitare l'Oriente è per la vita che trovi nelle strade multicolori, piene di gente che con le loro tradizioni riempono di gioia, allegria e serenità. Sono le cinque del pomeriggio e faccio in tempo a vedere il panorama lungo la strada verso la cita. Lasciamo alle spalle la campagna con i suoi ritmi simili a quelli della natura e ci addentriamo nel traffico che porta in centro. Non vedo alcun segno di stop o divieto o passaggio pedonale. Le macchine spuntano dappertutto, in mezzo gente a piedi, sembra un caos divertente perché non vedo nessuno alterato, tutti fanno del loro meglio e stanno attenti a non farsi o fare del male. La dottoressa mi chiede se sono spaventata, la mia faccia divertita le da la risposta!
Arriviamo in città con l'imbrunire  e ci addentriamo nei vicoli e in stradine piccole e piene di negozietti, il tipico Bazar dell'Oriente. Non compriamo nulla, siamo solo di passaggio verso la parte vecchia dove mi aspetta una grande sorpresa.



Le strade si allargano e arriviamo nella zona dei negozi più grandi, segno che il bazar l'abbiamo lasciato alle spalle. 
I colori mi rubano la vista, tutto è cosi vivo! Entriamo in un negozio, la dottoressa cerca qualcosa, e io approfitto per perdermi tra gli scaffali. C'è di tutto, come riescano loro a riempire gli spazi non lo so, tutto stracolmo di oggetti, il nostro modo di essere si può sentire un pò infastidito a cercare tra le montagne di roba, in effetti perdo l'interesse e decido di aspettare fuori sulle scale dove mi imbatto in contenitori pieni di polvere colorata.



 
Non capisco l'uso di tali colori troppo vivaci per noi ma pazienza perchè, prima o poi,  la risposta arriverà da sola. In India se non hai pazienza meglio non andarci, tutto si muove intorno a questa parola con significati molto diversi di come noi la viviamo. Loro non hanno fretta, ansia e nervosismo nel fare le cose, tutto si svolge in modo sereno e la pazienza regna su tutto e  tutti. I nostri ritmi e le nostre pretese li fanno sorridere, non se la prendono con facilità. Provo a pensare alla serenità di animo che uno deve avere dentro per essere come loro e li invidio.

Lasciamo il negozio e procediamo verso il centro. La dottoressa mi ricorda la grande festa che ci sarà tra poco nel centro dove sono ospite e che meglio avere un sari, l'abito tradizionale delle donne. E così fu che mi trovai in un grande negozio di stoffe. Per la mia sorpresa i colori dei sari sono meno forti, simili ai colori che  noi usiamo per le mezze stagioni. Ne scelgo uno con arancio e fuxia non molto intensi ma mi dicono che per la mia pelle ce ne vuole uno diverso. E così mi portano il pezzo di stoffa giusto, verde cangiante  di azzuro, bruciato e senape. Bello, mi piace. 
Qua tutti opinano su  tutto, come una  grande famiglia dove  le decisioni, piccole o grandi che sìano, sono prese insieme. Noi questo senso di comunità non ce l'abbiamo più, anzi  sentiamo fastidio se ci arriva l'idea diversa dalla nostra. 

Arriviamo in centro, vedo edifici antichi, tutto disposto a cerchio intorno al grande Tempio. Mi spiegano che sono le scuole sotto la gestione del Tempio che si occupa della scolarizzazione dei giovani. Ricevo tante spiegazioni ma sono ancora sotto l'effetto inebriante dell'atmosfera che si respira e mi perdo gran parte dei dettagli su questi affascinanti edifici. Mi rimane impresso che il Tempio si occupa di sfamare tutti coloro che vogliano o necessitano un pranzo. 
In effetti non avevo visto mendicanti o gente persa nella miseria sulle strade come nel primo viaggio al Nord. In questa parte dell'India la gente si sostiene e applica l'amore verso il prossimo, da quello che vedo e capisco per adesso.


Procediamo  girando in torno al centro, il Tempio rimane indietro, sento del frastuono. Giro la testa e mi sembra di essere stata transportata  in un documentario sulle tradizioni dei paesi remoti che guardiamo la domenica pomeriggio sdraiati sul divano.
Non capisco, rumore e fuoco e moltissima gente arriva dalle nostre spalle, ci affianchiamo ai negozzi per far passare la folla, una processione il cui significato per adesso non colgo. 


Ma il forte sta per arrivare, le grida della gente fanno strada a Lei, l'elefantessa del Tempio. Mi dicono di eliminare il flash perché la vecchia signora ha un brutto rapporto con le foto. Rido e obbedisco, e questo é il risultato...


E un animale stupendo, ogni volta che vedo un elefante il cuore mi si riempe di gioia e amore. La loro energia è oltre la nostra comprensione. Avrò modo di viverla in modo ravvicinato e confermerà in pieno l'affermazione sopra. 

Continua la processione con riti i cui significati non riesco cogliere. Mi dicono che si tratta di un Puja privato, un atto di adorazione a una divinità particolare prescelta da chi fa questa cerimonia. In questo caso è una persona privata che con il suo denaro sostiene le spese dei bramini (per noi simili ai sacerdoti) partecipanti e tutte le offerte in cibo, denaro e abiti che saranno fatti alla fine della ceremonia. In India, scoprirò in seguito, ci sono vari tipi di Puja, si fanno per onorare, ringraziare o chiedere protezione alle divinità e concludono sempre con l'offerta del Prasad, cibo benedetto e purificato che va offerto a tutti i partecipanti ed invitati. Sento una grande allegria in tutti i partecipanti, il loro entusiasmo mi accompagnarà durante tutta la mia permanenza in questo posto.


A un certo punto dalla ceremonia vedo tutti che corrono verso un bramino che porta la...luce! Passi la mano sopra la fiamma  e poi sopra la tua testa, lo faccio come se fossi parte dalla mia cultura, tutti insieme a prendere luce! Ricordo adesso che nella religione ortodossa, nella cerimonia di Pasqua, siamo tutti invitati a prendere la Luce! Quanto distanti e quanto vicini sono i popoli...



Piano piano arrivano i fuochi (una sorta di tric trac Napoletano), impossibili da immortalare per la nebbia di fumo in cui ci troviamo tutti coinvolti. Il corteo prosegue intorno alla piazza e noi finiamo il nostro giro ammirando i vari edifici, piccoli negozi e sopratutto la gente che mantiene viva la città.



So che farò fatica ad addormentarmi, le emozioni forti hanno questo effetto su di me, continuerò a pensare a tutto quello che ho vissuto in questa unica serata. Spero di aver reso viva una piccola parte della bellezza di questo evento.