domenica 8 gennaio 2017

Ayyappa

Laboratorio Ayurveda
Sveglia alle 3.00 del mattino per andare ad assistere al rituale "camminata sulle brace".
Dalla stanza, che da verso la giungla, sento tamburi e canti in lontananza. Una sensazione di selvaggio mi inonda il corpo, è difficile da spiegare. Tra i suoni della giungla e i rumori dei riti, che da quando sono arrivata continuo sentire, mi pare di vivere sommersa in un passato non del tutto sconosciuto.
Ci mettiamo in macchina alle 4 del mattino, io e i miei compagni di esperienza che ho appena conosciuto. Siamo 4 con Shajeer il nostro ospite e guida della giungla. Shajeer è nativo da questa giungla, parla abbastanza bene l'Italiano ed è un anima allegra ed aperta che unisce alla perfezione la cultura indiana a quella occidentale. Istruito da maestri della giungla porta avanti la filosofia tribale che noi conosciamo sotto i Principi Ayurvedici.
Dopo circa 20 minuti arriviamo al tempio dove il rituale è in pieno suo svolgimento. Il suono di tamburi e canti mi conferma che era quello che sentivo dalla mia finestra. Vediamo gente che non partecipa ai riti ma è presente, anche se magari dormiente. Come accade in questi casi vengono famiglie intere a volte da lontano per assistere a questi riti, una sorta di purificazione spirituale attraverso un lungo viaggio e la successiva presenza
Laboratorio Ayurveda 
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In mezzo ci sono uomini che suonano i tamburi e altri che ballano in una sorta di trance preparatoria per la svolta finale, la camminata sulle braci ardenti.
I ritmi forti e selvaggi fanno vibrare tutto il nostro corpo. Siamo gli unici stranieri ad assistere e avanziamo con rispetto, senza accendere le nostre macchine fotografiche, per capire se e quanto la nostra presenza sia realmente benaccetta tra i partecipanti e spettatori. Ci guardano ci sorridono e pare che anche i nostri cellulari non diano fastidio. Siamo lontani dai giri turistici nella giungla Keralayana è noto che tutti, o quasi tutti, i giovani hanno il cellulare ...e questo mi conferma che la creatività umana non può essere fermata o negata. 
Dopo un tempo sorridono, ci offrono una sedia e cominciamo a chiacchierare a suon di tamburo. Sono allegri, curiosi e gentili. Ci fanno vedere foto della loro famiglia e noi scambiamo. Anche qua si meravigliano che non ho figli, come se per loro vivere senza figli non potrebbe essere fattibile. Mi passa un attimo di nostalgia nel cuore ma poi sento solo gratitudine a quello che la vita mi offre, la libertà di scoprire una piccola parte del nostro mondo.

Dopo varie preparazioni di chi sarà coinvolto nella danza tribale, oleazioni, massaggi e cure che vengono date dai maestri, ci spostiamo tutti per assistere alla vera parte forte della notte, ho capito che questo rituale è durato tutta la notte come conclusione di 41 giorni di riti di purificazione di coloro che vi partecipano in modo attivo. Se camminando sulle braci non si bruceranno i piedi vorrà dire che corpo, anima e spirito sono stati purificati totalmente. 
I primi a passare e saltare sul fuoco ancora rovente sono i tre partecipanti alle danze fino all'estasi. Poi partono a spartire brace e cenere diminuendone l'intensità del fuoco uomini vestiti tutti di nero che anche loro, ho capito ulteriormente, sono stati sottoposti alla purificazione. Poi passano tutti quelli che se la sentono, ormai le braci sono quasi spartite e molto fumanti, e pare che nessuno soffra o ne sia uscito ferito.
Ce ne andiamo in silenzio sbalorditi ma contenti di essere stati partecipi e ben accetti

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