Laboratorio Ayurveda |
Apro e vedo un bramino che non avevo notato la sera prima, molto deciso mi chiede "tè o caffè"? scelgo il caffè perché dall'Italia non ne avevo più assaggiato uno.
Arriva subito, mai visto una rapidità così in Oriente. Pensando che era tutto a posto sto per chiudere quando sento:
"Lady breakfast?" Anche se non avevo mangiato alla sera prima non ne avevo fame e, ringraziando, rifiuto la collazione. Dopo tre minuti sento di nuovo "l'ucecellino" elettronico, apro e lui tutto sorridente mi passa il piatto con la colazione. Rido e alzo le spalle: fanno quello che vogliono, quindi non ha senso protestare.
Più tardi, questo particolare bramino mi farà morir dal ridere, allegro e chiacchierone ci riempe di succhi freschi di anguria con pepe nero, chai e caffè oltre che dire cose che non capisco ma interpreto come molto divertenti.
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In mezzo a tutto questo baccano continuo a sorridere e muovere la testa a modo di bambola, in India quando tutto va bene si deve muovere la testa da lato a lato, qualcosa di simile a quando noi diciamo di no, per rassicurare le mie aiutanti che va tutto bene.
Dopo un altra mezz'ora di avanti e indietro con quella stoffa bellissima mi trovo vestita e penso che adesso posso uscire, invece no!! Non ho il rossetto, ma chi pensa di portarsi dietro il rossetto per fare il panchakarma? Io di sicuro no. Ne trovano uno di colore adatto al mio sari e cominciano a colorare le mie labbra, e mi dicono che sono molto sottili, come se non lo sapessi ma io adoro la loro ingenua sincerità.
Mi attaccano una specie di pendaglietto in mezzo alla fronte, poi scopro che non c'era bisogno perché si usa in altre occasioni ma me lo avevano fatto comprare lo stesso. Poi il Bindi in mezzo agli occhi, avrei fatto a meno ma la dottoressa ci teneva che io lo mettessi, non essendo la mia cultura mi imbarazza un po' usarlo. Penso che non ho colto bene il suo vero significato e mi sento come se facessi un uso improprio nell'attacarli, si staccano di continuo e devi avere le scorte!!!
Arrivano anche i fiori per i capelli e la ragazza dall'Europa dell'est che vive in Occidente da più di 23 anni si sente elegantissima con quel vestito così lontano dalla sua cultura.
Da piccola qualcuno mi chiamava Indira Gandhi perché ero scura di pelle e coi capelli neri corvini. Con gli anni mi sono sbiancata ed i capelli hanno sofferto la trasformazione che da il colore in scatola che oggi usiamo per cambiare quello che non accettiamo da madre natura.
Ero molto interessata alla cultura indiana, specialmente a quella antica, provavo a leggere Tagore, righe dai profondi significati che non erano molto comprensibili per un'adolescente.
Poi andando su e giù nella giostra della vita l'India e Tagore rimangono nel cassetto dei dimenticati fino a che si apre per puro caso (...anche se il caso non esiste) all'età di quaranta anni. Ed eccomi qua in mezzo a tutte queste donne che sono felicissime di avermi resa similie a loro, anche se solo in apparenza, e io che vado indietro con un flash di memoria ai giochi strani della vita ...e mi sento benedetta!
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